Si tratta del concorso a premi o lotteria con la più alta vincita in palio nel mondo, laddove le mitiche lotterie americane si fermano a cifre di circa la metà del nostro Italianissimo super concorso.
Ci sarebbe quasi da temere di vincere, per quanti nuovi problemi potrebbero sorgere con una schedina vincente simile tra le dita, tipo come cercare di rimanere nell’anonimato, come investirli o depositarli, di chi fidarsi e non, e via dicendo.
Mentre si registrano addirittura sconfinamenti dai vicini Stati sovrani per effettuare giocate nel nostro territorio, il codacons ha proposto una sorta di “spalmatura” del jackpot milionario per limitare la febbre, ma ci sembra improponibile e scorretto cambiare le regole del gioco in corsa, quando peraltro ci sono ben altri modi di rovinarsi con le scommesse.
Vogliamo in proposito annotare che la febbre del superenalotto produce perlopiù le inusuali e variopinte code che si formano in questi giorni nei bar, tabacchi, ricevitorie, dove tutti, ma proprio tutti, giocano anche poche colonne, come se “soltanto” 50 milioni non fossero stati abbastanza, appena un paio di mesi fa verso fine agosto.
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